Appunti sul documento del XVII Congresso Anpi
A partire dalla relazione alla assemblea precongressuale regionale dell’EmiliaRomagna, abbiamo predisposto questo appunto che mette a fuoco in breve alcune
delle questioni essenziali proposte nel documento nazionale Anpi per il Congresso.
Non è un riassunto, ma un riepilogo parziale e del tutto informale che può essere
utile per una sommaria informazione sui contenuti del documento o come pista di
lettura del documento stesso.
PER UNA NUOVA FASE DELLA LOTTA DEMOCRATICA E
ANTIFASCISTA
Carla Nespolo ha tracciato la strada del rapporto unitario, del confronto con le altre
forze democratiche, della stretta relazione col mondo dell’associazionismo, che
intendiamo continuare a perseguire a maggior ragione nella situazione di
straordinaria emergenza in cui ci troviamo. Ci ha anche consegnato la propensione a
guardare sempre oltre, a osservare con spirito critico e senso di responsabilità il
mondo e il Paese che stanno cambiando, ad ascoltare le opinioni degli altri e a tenere
saldissime le radici dell’Anpi nella concreta esperienza storica della Resistenza.
CAMBIARE L’ITALIA
Siamo nel pieno di una tragedia mondiale a causa della pandemia e della gigantesca
crisi economica e sociale da questa determinata. Da ciò derivano la gravità,
l’eccezionalità, l’incertezza del tempo che viviamo. Per questo occorre promuovere
un’idea di profondo cambiamento e così diffondere un messaggio di speranza e di
fiducia. Questo è il tempo di una visione del futuro, la visione di un Paese che ritrova
le sue radici e dà vita ad una svolta storica che può avvenire a condizione che si
uniscano le forze della trasformazione.
In Italia, le emergenze attuali, della salute e del lavoro, si aggiungono a tanti ritardi e
problemi antichi, di una economia in difficoltà da oltre dieci anni, di un Paese che
produce meno ricchezza e poi la distribuisce in modo ineguale e ingiusto. Il potere
pubblico è insidiato da poteri criminali. Troppi giovani abbandonano perché
all’estero trovano migliori condizioni di lavoro e di prospettive personali. Sono a
rischio le condizioni economiche e sociali. E’ l’intero sistema che si trova in
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discussione, e si produce una situazione critica per la stessa tenuta della democrazia
italiana.
E’ necessaria una risposta straordinaria per cui l’Anpi propone una grande alleanza
democratica per la persona, il lavoro, la società.
L’Anpi delle partigiane e dei partigiani nata nel 1944 si è arricchita diventando, nel
2006 aperta agli antifascisti. Ha così definito la sua natura nazionale e popolare.
Proponiamo non una nuova Anpi, ma un’Anpi rinnovata, un’associazione che
promuove impegno e nuove forze, che realizza uno spazio pubblico antifascista e
repubblicano.
L’Anpi che, nella sua autonomia, dialoga con l’associazionismo, il volontariato laico
e di ispirazione religiosa, il mondo delle culture, dell’informazione, della scienza, del
lavoro, delle istituzioni e delle forze democratiche.
Libertà, eguaglianza, democrazia, solidarietà, pace: sono questi i pilastri valoriali
della Resistenza, successivamente incarnati nella Costituzione.
Questi sono anche gli ideali fondamentali dell’Anpi. Ideali che hanno una portata
universale con uno straordinario carattere espansivo, ma che vanno storicamente
declinati in luoghi e tempi determinati.
La loro piena realizzazione tende ad essere un orizzonte verso cui muoversi piuttosto
che una realtà compiuta una volta per tutte.
Si tratta di valori e ideali ancora attuali che sono messi in discussione in tanti Paesi e
realtà. Parliamo innanzitutto della libertà di stampa e di opinione, della libertà dallo
sfruttamento e dal bisogno. L’uguaglianza sembra una lontana chimera visto che
crescono e si moltiplicano le disuguaglianze.
Dalla memoria attiva della Resistenza dobbiamo attingere l’energia e la
determinazione per affrontare la drammatica condizione presente.
PRIMA PARTE – IL MONDO VISTO DALL’ANPI
Ci sono almeno tre fattori di portata globale che impongono un cambiamento del
modo di pensare la politica, le culture, le società. Siamo nella situazione che viene
definita di cambio dell’orizzonte strategico.
Il primo fattore è il cambiamento climatico per arrestare il riscaldamento del
pianeta.
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Il secondo fattore è la crisi degli strumenti di governo sovranazionale. Il
riferimento è all’ONU ed alle altre Agenzie sovranazionali.
Il terzo fattore è la rivoluzione tecnologica digitale che condizionerà i rapporti
globali per la stretta connessione con i temi della sicurezza, economica e militare.
Occorre un cambiamento netto di prospettiva, che ciascun Paese può e deve
contribuire a determinare. Nessuno si salva da solo, come ha detto Papa Francesco.
Il modello di sviluppo che si è affermato sul pianeta, senza differenze di regime
politico, è un modello dissipativo e distruttivo dell’equilibrio tra attività dell’uomo e
la natura
L’obiettivo è quello di cambiare il Paese e il suo modello di sviluppo. E’ necessario
uscire dalla situazione di crisi per passare alle scelte della rinascita del Paese.
Noi Europei: è necessario operare per una più forte unità politica dell’UE.
Il cambio di rotta determinato dal dramma della pandemia ha segnato nella UE una
discontinuità profonda e positiva. Rimane inconfutabile una strutturale debolezza
istituzionale, politica e sociale dell’Unione, dovuta anche alla mancanza di politiche
comuni su temi fondamentali quali la politica estera, l’emigrazione, il fisco e il
lavoro. Giusto ispirarci alle alleanze internazionali attuali, ma non è chiaro quale sia
la nuova funzione ‒ e tantomeno il significato della natura esclusivamente difensiva ‒
della Nato. Inquieta la proliferazione di gruppi che si richiamano al nazifascismo e al
razzismo. Insomma, l’UE non si mostra ancora pienamente all’altezza della sfida
globale. Continuiamo ad ispirarci al Manifesto di Ventotene.
Il mondo in cui viviamo: In questo attuale mondo c’è un generale indebolimento
delle democrazie. Questo vale per le democrazie cosiddette illiberali, in cui, pur in
presenza di elezioni, si nega di fatto la divisione dei poteri e si tende ad asservire il
potere legislativo e quello giudiziario all’esecutivo, a conculcare i diritti e le libertà
civili, ma vale anche, sia pur in modo diverso, per le democrazie rappresentative,
svuotate di effettiva partecipazione popolare e con una crisi dei partiti, in particolare
dei partiti “storici”, sempre più marcata, sia pur in forme diverse a seconda degli
Stati. Colpisce la pressoché totale scomparsa dell’accezione di “democrazia sociale”,
cioè di una democrazia che, salvaguardando le conquiste del liberalismo, vada oltre,
affinché le libertà e i diritti declamati siano effettivamente praticati. Pensiamo ad un
mondo nuovo con un controllo pubblico dell’economia e della finanza. Pensiamo a
vincoli e regole per un sistema produttivo privato che opera al di fuori ed al di sopra
di ogni legislazione nazionale. In sostanza, la politica deve tornare al posto di
comando.
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SECONDA PARTE – L’ANPI E LA SFIDA DEL PRESENTE
L’Anpi è un soggetto che fa tesoro della memoria per intervenire nel presente e per
disegnare il futuro.
L’Anpi come tutte le formazioni sociali, è un soggetto politico, ma mentre tutti i
partiti sono soggetti politici, non tutti i soggetti politici sono dei partiti. L’Anpi non
era, non è e non sarà mai un partito. La sua forza morale, ideale e pratica deriva dalla
sua natura di “associazione che unisce”, dalla parte della Costituzione.
Proprio perché portatrice di una visione laica e libera della cittadinanza attiva, l’Anpi
ha avanzato la proposta della grande alleanza democratica e antifascista per la
persona, il lavoro e la socialità, raccogliendo un’adesione ampia di movimenti,
associazioni, sindacati, forze politiche, ed in primo luogo di associazioni partigiane. Il
respiro di tale proposta infatti richiede innanzitutto il concorso di tutte le associazioni
nate dalla comune esperienza della Resistenza. Tali associazioni si sono divise e
articolate in ragione di uno scenario politico da tempo scomparso, e va perciò avviato
un percorso che prenda atto del superamento delle antiche divisioni nella prospettiva
di una sempre maggiore vicinanza.
Tale proposta nasce dalla estrema gravità della situazione del Paese, dall’urgenza di
una risposta unitaria come unica risposta storicamente e logicamente possibile, dalla
necessità di non giocare più soltanto di rimessa, criticando o contestando questo o
quel fenomeno di deriva della democrazia, ma viceversa di andare all’attacco,
svolgendo un ruolo positivo e propositivo. In sostanza, questo è il momento di una
piena assunzione di responsabilità nazionale e generale, a maggior ragione di fronte
alla mancanza di soggetti partitici in grado di svolgere un’analoga funzione di
“levatrice” di una nuova fase della lotta democratica e antifascista.
Questa scelta dell’Anpi è pienamente coerente con le sue radici e fa leva sul carattere
autonomo e unitario dell’Associazione.
L’antifascismo e l’antirazzismo oggi
Dobbiamo essere sempre in prima fila nella denuncia dell’attività squadristica in ogni
sua forma, dei tentativi revisionistici che si sono moltiplicati negli ultimi anni con
l’evidente disegno di ridare legittimità storica e politica al ventennio.
La Resistenza, la guerra, il dopoguerra, la Costituente, la Costituzione sono temi
straordinariamente attuali. Eppure stiamo assistendo a un’offensiva revisionista senza
precedenti, tesa a screditare il movimento partigiano e l’intera lotta di Liberazione.
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Una nuova statualità democratica e antifascista
In verità le istituzioni di questo Paese non sono mai diventate pienamente
“antifasciste”, come vorrebbe la Costituzione; e ciò perché non sono stati fatti fino in
fondo i conti col fascismo, non si è insegnato sul serio che cosa è stato veramente il
fascismo. La negazione delle liberta’, i crimini commessi, il regime dispotico, le
guerre, l’alleanza con il nazismo.
Per l’Anpi e’ opportuno mettere a punto un’idea di Stato che coniughi la sua
necessaria modernizzazione con l’attuazione del disposto costituzionale e con un
profondo arricchimento della natura della democrazia italiana, a partire dal dettato del
secondo comma dell’art. 3 della Costituzione: “E` compito della Repubblica
rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà
e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e
l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e
sociale del Paese”.
In coerenza con queste idee vengono precisate una serie di proposte su temi quali: Continua...